La mia passione per la musica, per il teatro e per Londra ha
creato parecchi mix, a volte nocivi, come nel caso di visioni e ri-visioni del
medesimo spettacolo anche nella medesima settimana, come in quei film in cui
passi sempre lo stesso periodo di tempo in modo identico, come in un loop
infinito.
A volte invece produce un sano interesse per “prodotti
artistici” di grande livello.
E’ il caso di “ONCE”.
Nasce come film (produzione irlandese) dalle idee del
regista John Carney e dalla musica di
Gleen Hansard e Marketa Irglova (che sono anche i due protagonisti del
film), nel 2006. Prodotto con metaforici “3 euro”, veramente un low low low
budget, è un’autentica opera d’arte. Un film con tanta meravigliosa musica, con
dialoghi stringati in cui poco è detto e molto è sottinteso.
Fonte: amazon.com |
Da tale film 3 anni fa è stato tratto un musical, prima a
Broadway e poi, l’anno scorso, anche a Londra.
Premetto che il film ha vinto l’oscar per la miglior
canzone "Falling slowly".
Il musical non poteva essere da meno, intascando 8 Tony
Awards (gli oscar del teatro in America) e 2 Oliver Awards (gli oscar per il
teatro in UK).
Nel caso voleste vederlo non spoilero nulla, dando un breve
accenno introduttivo della storia: un musicista di strada, irlandese, a
Dublino, incontra una polistrumentista ceca che finirà per aiutarlo, volente o
nolente, a dare una svolta alla sua
vita. Per ulteriori info e spoiler:Wikipedia - Once (Una volta)
Le canzoni sono tutte fantastiche e, partendo da questi
presupposti ho visto il musical con un po’ di timore, soprattutto pensando che
gli autori della trasposizione in teatro erano “American boys”. Il risultato è
davvero notevole, ed alcune trovate sono brillanti. Partiamo dal presupposto
che i primi 5 minuti dello show sono assolutamente interattivi: sulla scena c’è
un bancone da bar ed il personale di sala in teatro invita il pubblico a salire
sul palco per prendere il “beveraggio” direttamente a quel bancone. Mentre sei
lì che sorseggi il tuo drink improvvisamente parte lo show con gli
attori/musicisti che iniziano a suonare, con te che ce li hai a 10 centimetri di
distanza. Quando poi partono i recitativi lo staff ti invita gentilmente a riprendere posto in sala.
L’allestimento è minimale ma decisamente affascinante, giocato soprattutto sulle luci e sulla forza delle canzoni.
Fonte: www.indipendent.co.uk |
Fonte: www.indipendent.co.uk |
Fonte: www.indipendent.co.uk |
In teatro quando è partita “falling slowly” che c’è all’inizio
ed in reprise alla fine dello spettacolo, dicevo, dopo le prime tre note ho
iniziato a grondare lacrime di commozione…. A piangere, ma esageratamente! Mi sono sorpreso di me stesso. Stessa scena
alla fine, ma devo dire che al termine dello show a piangere non ero solo io.
Per fare la prova del tre sono tornato dopo mesi a rivedere
lo show… ed ho pianto di nuovo, anche se fortunatamente non con la stessa
intensità.
Non svelo ulteriori dettagli, dico solo che chi si trovasse
a Londra non si faccia sfuggire questo piccolo capolavoro, si rechi al
botteghino di prima mattina, così da veder di beccare posti in prima fila a
prezzi scontati… e tenga d’occhio il led luminoso presente sul palco e le
scritte che appaiono, non dico altro.
Peace & Love