Me in Edimburgh

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sabato 9 agosto 2014

Nuovo mini-racconto: entro in sala e li sento litigare...

nuovo racconto del sottoscritto, tengo a precisare del tutto "non autobiografico". Fortunatamente nella band di cui faccio parte non abbiamo questi problemi... ne abbiamo altri!!!

Entro in sala e sento litigare: urla, insulti sembra la fine.
Eppure era cominciata coi i migliori auspici: tutti amanti della musica, tutti con esperienza, tutti con un fine comune: portare le nostre note alla gente.
Come siamo arrivati a tanto?
Fonte: www.helikonband.hu

Beh qualche segnale c’era: se io non avessi detto al nostro cantante che il suo timbro assomiglia a quello del gabbiano in calore, forse i nostri rapporti sarebbero ancora civili.
Se il chitarrista non si fosse trombato la fidanzata del batterista, pochi giorni prima del loro matrimonio (o mancato matrimonio che dir si voglia) forse tra loro non ci sarebbe una leggera acredine.
Se, dopo la seconda serata dal vivo, il nostro cantante non avesse iniziato a parlare con la gente di unico gruppo depositario della fiamma sacra della musica in Italia, facendo incazzare il mondo, probabilmente saremmo tutti più sereni.
Ma non è andata così.
Quando sento le note uscire dalla tua bocca, vorrei dire che mi viene la pelle d’oca…. Ma è più la sensazione che si prova quando si passano le unghie su una lavagna.
Vorrei dirti che il tuo timbro mi ricorda certi cantanti blues americani, ma ormai mi vengono in mente solo neomelodici napoletani…. Fronna compresa.
Mi piacerebbe volar via con la fantasia quando sento un tuo assolo di chitarra e non assistere all’arrivo di frotte di cani attratti dagli ultrasuoni … unici esseri viventi attratti, del resto.
Il tuo essere batterista virtuoso vorrei che attraesse le folle, con un carisma che una volta riempiva gli stadi…. Invece alla festa della mulignana mbuttunata sembrava che volessero andar via anche le melenzane stesse.
Fonte: www.romalive.org

La domanda a questo punto nasce spontanea: perché siamo ancora qui?
Perché sono ancora di fronte ad ognuno di voi in questa saletta umida e male illuminata, a provare per l’ennesima volta?  
Forse è solo il ricordo di quel che era e potrebbe ancora essere;
forse perché il nostro tempo non è illimitato, e vorremmo ancora lasciare una traccia vera, prima di chiudere i battenti.
Forse perché per ogni nota sbagliata, per ogni nota stonata, ce ne sono ancora milioni che possiamo scrivere suonare e cantare… il nostro tempo non è illimitato, questo è vero.
Ma non è ancora finito.

 
Fonte: musicacademyrome.com

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